
stilo: strumento scrittorio per eccellenza degli antichi Romani, costituito di un’asticella di osso, metallo o legno, appuntita da una parte per scrivere e piatta dall’altra per cancellare e spalmare di nuovo la cera sulla tavoletta impugnabile o pugillares, così da potervi riscrivere. In alcuni scrittori latini la parola era già adoperata in senso traslato, per indicare il modo dell’espressione letteraria, lo stile.
stilografica - calligrafia -
Noi siàn le triste penne isbigotite,
le cesoiuzze e ’l coltellin dolente,
ch’avemo scritte dolorosamente
quelle parole che vo’ avete udite ...
Cavalcanti (1258-1300)
C’è chi si preoccupa per me,
che nulla teme più che io ceda ad un letto ignoto.
Sulpicia
Io non vorrei affidare parola a tavolette sigillate,
per il timore che qualcuno le legga prima del mio amato...
Sulpicia ( I sec. a.c.)
Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore,
tu se' solo colui da cu' io tolsi
lo bello stilo che m' ha fatto onore. Inf. I, 85-87
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affresco romano, donna con stilo e pugillares |
stilografica - calligrafia -
Noi siàn le triste penne isbigotite,
le cesoiuzze e ’l coltellin dolente,
ch’avemo scritte dolorosamente
quelle parole che vo’ avete udite ...
Cavalcanti (1258-1300)
C’è chi si preoccupa per me,
che nulla teme più che io ceda ad un letto ignoto.
Sulpicia
Io non vorrei affidare parola a tavolette sigillate,
per il timore che qualcuno le legga prima del mio amato...
Sulpicia ( I sec. a.c.)
Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore,
tu se' solo colui da cu' io tolsi
lo bello stilo che m' ha fatto onore. Inf. I, 85-87